STORIA DI PARACADUTISMO, VITA MILITARE ED ALTRO

NUOVA RUBRICA A CURA DELLA SEZIONE

In questa rubrica, trovano posto le esperienze non solo di vita militare dei nostri iscritti, ma anche di come hanno raggiunto, grazie ai corsi di paracadutismo A.N.P.d’I., il brevetto di paracadutista.

PARACADUTISTA ALESSANDRO VIOLA, COMANDANTE PILOTA DI ELICOTTERI A 24 ANNI.

La mia avventura con il mondo dell’aviazione non ha un inizio preciso.

Penso che ognuno di noi nasca con delle attitudini che la vita poi ci fa percepire e sta a noi decidere se svilupparle o meno.

Sicuramente sin da bambino sono stato attratto dal volo, e non solo dagli elicotteri, ma da tutte quelle macchine volanti che in qualche modo rendono l’uomo “un po’ più libero” e gli permettono di accedere ad un mondo ed uno spazio non propriamente suo!

A 16 anni, spinto dalla curiosità e sicuramente dalla visione di alcune foto di mio padre, scattate durante il servizio militare nella Brigata paracadutisti Folgore, mi iscrivo al IX corso di paracadutismo FDV intitolato al caporale Par. Federico Richini, abilitandomi al lancio il 12 giugno 2016 a Reggio Emilia.

Che dire… sicuramente un’esperienza unica, vissuta con serenità insieme a delle persone veramente in gamba, davvero con una marcia in più!

Terminato il mio corso di studi, appena diplomato, in possesso della visita medica di prima classe rilasciata dall’istituto di medicina aerospaziale, mi iscrivo finalmente al corso per ottenere la licenza commerciale di pilota di elicottero (CPL h); decisione presa qualche anno prima di terminare le superiori.

Inizio così un percorso che durerà un anno, diviso tra i 13 esami torici in inglese, che spaziano dalla meteorologia, alla navigazione, alla radionavigazione ai principi del volo e molto altro, sostenuti all’ ENAC a Roma, alle lezioni pratiche di volo, effettuate in una ditta in Valtellina.

Che dire; l’elicottero è una macchina perfetta, dotata di grande sensibilità e dalle potenzialità infinite; soltanto volarlo ti fa apprezzare e capire certe sottigliezze che leggi sui libri.

Allo scadere dell’anno che mi ero prefissato son pronto per sostenere l’esame pratico con  l’esaminatore ENAC; il tutto si svolge in un’ora, con qualche autorotazione e un po’ di volo ed atterraggi in montagna, dove si porta la macchina che si utilizza per i voli scuola al limite delle performances, solo in quei casi si può essere certi di avere la padronanza del mezzo.

Atterrati mi comunica subito la buona riuscita dell’esame e cosi a novembre 2018 mi metto in tasca il brevetto di pilota commerciale a 20 anni!

Qualche settimana dopo faccio l’abilitazione per il primo elicottero a turbina, proprio in Valcamonica su un AS 350 B2 Ecureuil, e in Valle mi fermo per circa un anno, dove lavoro per  una nota compagnia camuna.

Successivamente mi muovo in Piemonte e vengo subito assunto in una ditta “molto dinamica”, qua ricomincio a studiare e, mentre lavoro, porto a termine altri 14 esami a Roma ottenendo il brevetto più completo, l’ATPL h , che ti permette di pilotare in qualsiasi campo, che sia il lavoro aereo, l’antincendio, le riprese aeree, il trasporto offshore-petrolifero e l ‘elisoccorso. All’ ATPL h aggiungo anche la parte del volo strumentale, quel volo che si può effettuare quando mancano gli standard del volo a vista, quindi in particolari condizioni meteorologiche e di scarsa visibilità.

Ormai lavoro in questa ditta da tre anni e principalmente mi occupo di lavoro aereo, quindi trasporto al gancio baricentrico, soprattutto in Italia ma anche all’estero, specialmente in Grecia.

Oltre al lavoro al gancio ogni tanto capita qualche turno di antincendio e qualche volo passeggeri.

Durante questi anni prendo alcune abilitazioni, tra le tante la mia preferita è quella del lancio parà; a volte quando sei seduto ai comandi fa strano, ma anche molto piacere, pensare che pochi anni fa c’ero io seduto su quel pianale pronto a saltare.

Per concludere vorrei solo dire che la sezione A.N.P.d’I. Valle Camonica ha un posto speciale nel mio cuore, oltre che ad aver partecipato attivamente alla mia crescita personale e professionale.

Inauguriamo oggi primo giorno del nuovo anno la nuova pagina del nostro sito, con una storia di tenacia e impegno, dove il Tenente dei Carabinieri Forestali Anita Martinelli di Piamborno, iscritto alla nostra Associazione, ci racconterà come, da bambina sognatrice della vita militare davanti alle foto del papà Alpino, sia diventata Tenente dell’ Arma per antonomasia, quella dei Carabinieri.

LA MIA ESPERIENZA DA SOLDATO SEMPLICE A TENENTE DEI CARABINIERI

Fin da bambina sono sempre cresciuta con un sogno: diventare un militare. Le foto del servizio di leva di mio padre mi affascinavano e le sue storie su quei mesi passati all’interno di una caserma mi facevano sempre dire: un giorno anche io farò il soldato! Padre alpino, nonni alpini… per me la penna nera è sempre stata nel cuore.

Il mondo alpino era presente anche nella vita quotidiana: nelle escursioni sulle mie montagne della Vallecamonica, dove potevo apprezzare la bellezza della natura, la libertà di lunghe camminate nei boschi, la fatica di arrivare al rifugio. Praticavo inoltre atletica leggera, fondo e mezzofondo, poi crescendo mi sono specializzata in quella che è la corsa in montagna.

Finite le scuole superiori presi la decisone di arruolarmi. Il mio obiettivo era da sempre il ruolo Ufficiali, le stellette sulle spalle, prima o poi, le avrei ottenute. Mi dissero che non sarebbe stato facile, che i posti erano pochi e che purtroppo avrei dovuto fare tanti sacrifici. Decisi così di partire dal “basso” e inseguire la carriera militare partendo dal grado di soldato semplice. Purtroppo il primo tentativo non andò bene, servivano tanti punti, punti che si potevano ottenere con corsi vari (equitazione, bagnino, paracadutismo…) o con un titolo di studio. Intrapresi così la carriera universitaria, essendo sempre stata pienamente convinta dell’importanza dello studio e della crescita professionale.

Decisi di iscrivermi al corso di laurea in Scienze Geologiche e scelsi come sede l’Università di Siena, considerata un po’ “la sede madre” di questa disciplina. Durante gli anni universitari, tuttavia, non avevo abbandonato il sogno militare e così decisi di iscrivermi al corso di paracadutismo militare.

Vivendo in quel periodo a Siena feci il corso con l’ANPDI della città. Fu un’esperienza bellissima e di grande soddisfazione. Ricordo ancora la paura di non riuscire a superare quelle prove fisiche necessarie all’ottenimento del brevetto, prima fra tutte la prova delle trazioni alla sbarra. Inizialmente non riuscivo a sollevarmi nemmeno di mezzo centimetro ma con grande costanza e determinazione riuscii a superare brillantemente la prova, ottenendo anche un numero di trazioni superiore rispetto al minimo richiesto per avere l’idoneità.

Ricordo il giorno dei lanci come uno dei più emozionanti della mia vita! L’ansia e la paura sull’aereo, il costante pensiero che mi stavo per lanciare nel vuoto, con la sola sicurezza di un paracadute alla mia schiena… il momento in cui andai alla porta fu un vero mix di emozioni. Le casette piccole sotto di me, i campi infiniti… tutto mi sembrava così lontano… è poi quel VIA gridato dall’istruttore che, appena lo sentii non ci pensai due volte e mi lanciai. Non è possibile descrivere questa emozione, posso solo dire che quando alzai gli occhi per controllare la mia vela mi sembrò in quel momento una delle cose più belle e rassicuranti che avessi mai visto.  MI colpì soprattutto il silenzio, un silenzio mai sentito prima. Posso dire con certezza che aver ottenuto il brevetto da paracadutista sia una delle esperienze più gratificanti ed emozionanti della mia vita.

Negli anni mi sarebbe sempre piaciuto proseguire con i lanci, con la sezione ANPDI VALLECAMONICA vicino al mio paese ma purtroppo le seguenti vicissitudini della mia vita mi resero difficile tornare a lanciarmi.

Così, dopo tre anni di studi e un’avventura di circa un mese in Etiopia per scrive la tesi mi laureai il 14 Dicembre 2016. Proseguii poi con l’iscrizione anche alla magistrale per completare il ciclo quinquennale di studi.

Nel frattempo però la mia voce militare si faceva sempre più sentire e così riprovai il concorso militare e feci domanda quale Vfp1 ovvero volontaria in ferma prefissata di un anno nell’esercito italiano, naturalmente mettendo la preferenza per andare negli Alpini.

Qualche tempo dopo, con molta soddisfazione vinsi il concorso e potei finalmente partire per Ascoli Piceno dove mi attendevano i 3 mesi di formazione base. Furono mesi difficili fatti di marce con armi e zaini pesanti, vesciche ai piedi, notti insonni e nostalgia di casa. Poi, verso Dicembre partii per il modulo alpino a San Candido e qui finalmente, dopo tanti anni potei indossare il mio amato cappello alpino. Qui non mancarono sveglie prima dell’alba, marce nella neve e notti in tenda a meno 18 gradi. Nel frattempo riuscii a completare anche i 2 anni corso di laurea magistrale e mi laureai. Dopo un mese fui destinata al 6° Reggimento albini di Brunico dove rimasi per circa un anno come fuciliere della 62° compagnia “La Valanga”. Qui strinsi amicizie e legami che continuano ad accompagnarmi anche ora. Durante quest’anno decisi di provare il concorso per carabinieri mettendo la preferenza per carabinieri forestali. Feci questa scelta con l’intenzione di poter applicare le conoscenze acquisite durante il mio corso di laurea e nel contempo rimanere un militare e continuare ad indossare la divisa.

Vinsi il concorso e il 13 Dicembre 2019 partii per la scuola Allievi Carabinieri di Torino per seguire il corso di un anno che mi avrebbe preparata a diventare un carabiniere. Venni poi mandata a Cittaducale vicino Rieti per seguire ulteriori 3 mesi di specializzazione forestale e poi destinata a Biella alla stazione Carabinieri Forestali.

Ma io volevo proseguire la strada, quella strada difficile, in salita e ricca di ostacoli che è la carriera militare per arrivare finalmente al grado da Ufficiale. D’altronde, da buon alpino, non potevo che scegliere una strada in salita.

Provai il concorso per Tenenti Forestali, un concorso riservato ai laureati, 9 posti. Un concorso difficile e lungo, in cui sacrificai tanto, estate, amici, escursioni in montagna…dedicai tutto allo studio per poter affrontare il tema scritto e successivamente la prova orale. Dopo qualche mese arrivai alla fine con un’idoneità e la speranza che i punti da me ottenuti mi permettessero di rientrare in quei 9 posti. Un giorno di ottobre ricevetti una chiamata: una chiamata che aspettavo da quando, ragazzina, sognavo le stelle sulle spalle, una chiamata che cambierà per sempre la mia vita, una chiamata arrivata dopo anni di sacrifici, delusioni, impegno, speranza… una chiamata che mi comunicava che io, Anita Martinelli, avevo vinto il concorso per Ufficiali e sarei diventa un Tenente dell’Arma dei Carabinieri.

Ed eccomi qui, a frequentare il corso biennale a Roma in attesa della mia prossima destinazione.

Nonostante sia abituata a stare lontano da casa per tanto tempo, mai come ora sento la nostalgia della famiglia, degli affetti e la mancanza delle mie montagne, della mia Valle. Ma ho nel cuore la consapevolezza che tutti mi attenderanno sempre a casa con grande gioia, ora che finalmente posso orgogliosamente dire di aver realizzato il mio sogno. Un sogno inseguito insieme alla mia famiglia che sempre mi hanno supportato e hanno vissuto con me ogni delusione, ogni caduta, ogni ostacolo e hanno sempre creduto in me, confidato che un giorno avrei portato a casa le stellette.

Sono un’alpina, una camuna, una paracadutista, un forestale, un Ufficiale dell’Arma dei Carabinieri e ne vado estremamente fiera.